E’ in corso la riunione in streaming della direzione nazionale del Pd per discutere del suo futuro.
Inizia con la riunione di oggi la ristrutturazione del Pd. Secondo quanto dichiarato dai vertici, si rimette in discussione tutto, e come ha detto Enrico Letta anche del “suo simbolo, che amo. La mia personale scelta è perché il simbolo rimanga esattamente così com’è, perché racconta il servizio all’Italia”. La direzione di oggi ha solo due punti: analisi del voto e discussione sull’avvio del percorso congressionale.
Ma anche su questi due punti emergono le prime divisioni. Per quanto riguarda la scelta del nuovo segretario c’è il nodo delle primarie. Bersani ha chiesto di cancellarle mentre la maggior parte degli esponenti Pd le difende e come sottolinea Alfieri è lo strumento con cui si è fondato il Pd. A difenderle anche Boccia e lo stesso Letta che le ha inserite come la prima tappa del percorso per la rifondazione. Il senatore Enrico Borghi, della segreteria Pd, ha avvertito: “I tempi non sono una variabile” la direzione “non deve essere e non sarà un traccheggio, un rinvio e un rimpallo”.
Ipotesi e nulla di fatto: l’impasse del partito democratico
La riunione di oggi fisserà la data dell’assemblea del Pd che sarà il primo passo per determinare il futuro del partito scosso dalle varie anime. Le correnti sono sempre il problema più grande del Pd. Il dibattito verterà su tutte le questioni da risolvere: compresi nome, simbolo, alleanze, organizzazione. Dopo il “confronto” sulle candidature. Ma al momento non c’è intesa su nulla tra le correnti.
In vista della prima seduta del nuovo Parlamento non ci sono nemmeno le cariche pronte. Per questo si pensa a confermare la capogruppo Serracchiani alla Camera e Malpezzi al Senato. Anche per le altre cariche ci sono solo ipotesi di nomi di spicco e ministri uscenti che però trovano l’opposizione di chi vorrebbe puntare realmente alla novità.
Anche la questione femminile ha un ruolo centrale in questo processo di rinnovamento. “Nei prossimi giorni parteciperemo a passaggi istituzionali decisivi per la definizione del profilo dell’opposizione – ha scritto su Facebook l’esecutivo della Conferenza nazionale delle donne del Pd – l’elezione delle presidenze dei gruppi e di Camera e Senato. Diciamo fin d’ora che non sosterremo proposte che non siano paritarie”.